Pierre Plantard

PIERRE ATHANASIUS MARIE (18.3.1920 - 02.2000) era nato a Parigi, figlio unico di un mercante di vino e "valet de chambre" - anche lui di nome Pierre - e della madre Raulo, morto due anni e mezzo dopo la nascita di Pierre (30.08.1922). Nel 1939 entrò all'Università dove ebbe eccellenti risultati in archeologia greco-romana ed è qui che conobbe e divenne amico del marchese Philippe de CHERISEY.

Plantard e de ChériseyPlantard e, forse, anche tutta la sua famiglia era legata alla monarchia e Pierre stesso, sin da giovane, non sembra aver fatto mistero delle sue simpatie monarchiche. In quel momento storico, però, l'azione politica a sostegno della monarchia non era più rappresentata dagli ORLEANISTI o dai LEGITTIMISTI ma era supportata da un nuovo movimento conservatore, religioso e di estrema destra: l'ACTION FRANÇAISE.
Un evento molto importante si era, peraltro, verificato proprio nel periodo della prima giovinezza di Pierre (6 febbraio 1934) e, cioè, lo scontro della polizia con i simpatizzanti di quel movimento monarchico che manifestavano contro il governo repubblicano guidato dall'allora Primo Ministro CAMILLO CHAUTEMPS. Alcuni militanti, in quello scontro, avevano perso la vita altri ancora erano rimasti gravemente feriti nella carica di piazza ingaggiata dalle forze dell'ordine. Il motivo apparente della lotta era stato collegato alla morte improvvisa di un faccendiere ebreo, SERGE ALEXANDRE STAVISKY, che aveva trascinato nel suo dissesto economico molte famiglie borghesi francesi le quali, tramite lui, avevano investito i propri denari. Il finanziere si era suicidato ma molti non credevano all'evidenza dei fatti ed accusarono il Governo di aver agito contro di lui e di averlo fatto uccidere a causa dei suoi noti legami con il Primo Ministro. Questa strana morte divenne quindi il pretesto per una manifestazione di protesta contro il Governo da parte dei Monarchici ed il Primo Ministro Chautemps fu costretto a dimettersi.

Il fondatore dell'Action FranÇaise, CHARLES MAURRAS, era stato invitato dagli altri membri del movimento a cavalcare la tigre ed a far organizzare da un generale monarchico un'insurrezione contro il regime repubblicano ma Charles si rifiutò e fu allora che uno dei cofondatori dell'Action, EUGENE DELONCLE, si staccò dal movimento e creò un nuovo gruppo monarchico, divenuto poi clandestino, conosciuto come lo CSAR (Comité secret d'action révolutionnaire) dedito ad azioni terroristiche.
Il gruppo divenne tristemente noto in Francia con il nomignolo di "LA CAGOULE" (il famoso e triste cappuccio nero con i buchi per gli occhi) ed uno dei suoi primi attacchi fu sferrato contro gli uffici dell'Unione Industriali Francesi (11.09.1937) essendo il movimento stesso caratterizzato per il suo populismo anti-capitalistico. Deloncle costituì anche dei licei collegati con il movimento per reclutare tra i giovani studenti nuovi militanti per il partito e, tra questi, lo seguì, senza aver mai partecipato ad azioni terroristiche, proprio Pierre Plantard che, all'epoca già si era invaghito di una sua (immaginaria ?) discendenza aristocratica dalla più antica famiglia reale dei re di Francia.

Nel 1937 Plantard terminati gli studi liceali trascinò alcuni dei suoi compagni della prima avventura in una nuova organizzazione - l'UNION FRANÇAISE - gruppo ispirato alle idee di Deloncle ma senza alcun contatto con lo stesso. Infatti nel 1939 lo troviamo a capo di questo movimento cattolico giovanile suddiviso in due rami: "POUR L'UNITé" e la "JEUNESSE DE FRANCE".

Nel 1938, l'intraprendente giovane fondò un altro gruppo, antisemita ed antimassonico, da impegnare nell'opera di "purificare e rinnovare la Francia", e chiese anche il permesso ufficiale di pubblicare il periodico "RINNOVAMENTO DELLA FRANCIA": l'organizzazione, però, non sembra aver avuto molto successo visto che non ne è restata traccia alcuna. Delle due l'una: o Plantard fu individuo eccezionalmente precoce oppure veniva attentamente manovrato da qualcuno più maturo di lui, con la probabile inclusione di sponsor all'interno della Chiesa che si occupava attivamente dell'organizzazione di eventi culturali.
Nel 1941 tentò di fondare un'altra organizzazione nota come "RINNOVAMENTO NAZIONALE FRANCESE", ma gli venne negato il permesso. Per alcuni anni rimase legato ad un circolo che faceva capo al vicario FranÇois DUCAUD - BOURGET presso la chiesa di ST. LOUIS D'ANTIN [1], a Parigi (1941), di cui fu anche il sacrestano e, grazie alla benevolenza di quel prelato, divenne il capo indiscusso di un gruppo cattolico di giovani parigini, il "GROUPEMENT CATHOLIQUE DE LA JEUNESSE".

Simbolo degli Alpha GalatesLa conferma della sua partecipazione a questa organizzazione è stata data da Cherisey, in una lettera (17.01.1985) inviatagli in un particolare momento della loro vita - caratterizzato da una lite - dove gli ricordava i tempi trascorsi della loro grande amicizia (.. après 43 ans d'amitié ..) e delle comuni frequentazioni nel cenacolo istituito in quella chiesa: Robert AMADOU, Jacques BROSSE, Paoul LECOUR, Louis LE FUR, Maurice MONCHARVILLE e Adolph von MOLTHE, tutti membri importanti dell'Ordine Cavalleresco degli ALPHA GALATES, organizzazione antisemita ed antimassonica, inizialmente guidata dall'enigmatico conte GEORGE D'ISRAELI MONTI.

Ed ecco la chiusura del circolo: se dobbiamo credere a quanto dichiarato in un articolo su CIRCUIT, dalla ex moglie di Plantard, Anna Lea HISLER, il marito "... era amico di personaggi molto diversi come, il conte d'Israeli Monti..." e, la dichiarazione, sembra contenere del vero, perché l'ordine era stato fondato nel 1934 quando Monti era anche già ben introdotto nella Massoneria. Gli statuti degli Alpha Galates, dichiarati alla Prefettura della polizia il 23.12.1937, mostrano che Pierre de France - alias Pierre Plantard - alla tenera età di diciassette anni ne era già un membro influente ed un attivo sostenitore sino ad diventarne poi il Gouverneur Général.

VaincreDi nuovo nel 1942, Plantard ed i suoi superiori cercarono di accrescere la loro visibilità, usando pubblicamente il nome degli Alpha Galates, promuovendo una pubblicazione denominata "VAINCRE" zeppa di articoli antisemiti, dichiaratamente pro Vichy, e di esoterismo fondato su tradizioni celtiche e sugli ideali dell'antica Cavalleria. Nonostante lo scarso seguito che ebbe la società degli Alpha Galates, Plantard tentò di accreditare il giornale come palestra letteraria di un gruppo relativamente nutrito di giovani intellettuali. Dopo solo sei numeri il giornale cessò la propria attività, ma fruttò, comunque, a Plantard una certa notorietà. Più tardi, infatti, sostenne che la rivista su cui aveva scritto era a favore della Resistenza e gli articoli avevano - a suo dire - significati nascosti. Il giovane Pierre veniva periodicamente controllato dalla polizia che, sino al febbraio 1945, ancora continuava a tenere sott'occhio i circa 50 membri degli Alpha Galates, concludendo che non pareva trattarsi di un'organizzazione pericolosa.
La comparsa di Plantard, nel giornale, fa luce su alcuni dettagli importanti che riguardano lo strano mondo delle società segrete e cavalleresche ed i loro collegamenti con Rennes le Château. Infatti, in ogni edizione di "Vaincre" è presente un simbolo, vicino al titolo, che apparteneva agli Alpha Galates, il cui scopo si può riassumere come il raggiungimento di un rinnovamento nazionale, spirituale e culturale, della Francia. Il 1947 registrò una nuova organizzazione di Plantard nota come "ACCADEMIA LATINA", il cui scopo apparente era incentrato sulla "ricerca storica", mentre i suoi veri propositi erano quelli di continuare il programma di destra dell'organismo predecessore.

AMORCIn quello stesso periodo, poi, Plantard, Le Cour, Tillier e Savoire (amico e medico personale del conte d'Israeli Monti e di Plantard) avevano qualcosa in comune. Tutti erano interessati all'attività della branca francese dell'AMORC, l'organizzazione americana dei ROSACROCE, fondata nel 1915 da HARVEY SPENCER LEWIS e che aveva in JEANNE GUESDON la rappresentante leader in Francia. Anche se Plantard non fu mai un membro dell'AMORC, ciononostante si legò d'amicizia con RAYMOND BERNARD che divenne uno dei maggiori leaders francesi di quell'organizzazione.
È quindi probabile che quella degli Alpha Galates possa essere stata una copertura per il gruppo di Monti, Savoire e quindi di Plantard che, poi, proseguirono nelle proprie attività perfezionando ed attuando, in altre associazioni segrete, i loro piani. Nel 1956, infatti, Pierre, insieme ai suoi amici, creò un nuovo gruppo detto il PRIORATO DI SION, con statuti stranamente simili a quelli degli Alpha Galates, ed iniziò la pubblicazione di un periodico denominato CIRCUIT. Ed è quindi anche possibile che il Monti - a prescindere dalla fonte da cui poteva aver tratto le sue conoscenze - abbia poi trasmesso il segreto di Rennes le Château e dei luoghi in cui era nascosto il tesoro a Plantard, ormai divenuto uno dei membri più influenti dell'ordine degli Alpha Galates nel quale ebbe a succedergli in qualità di capo, alcuni anni dopo la sua morte.

Le genealogie dei "dossiers secrets".

Un aspetto poco indagato, anche se rilevante nel "mistero", riguarda l'autenticità della ricostruzione delle complesse, articolate genealogie delle famiglie europee che sono state fatte discendere dai Merovingi, prima dinastia dei re di Francia, ed in particolare da Dagoberto II.
La redazione dei cosiddetti "dossiers" è stata attribuita a Plantard che avrebbe costruito di persona tutti i documenti con arbitrari collage ed invenzioni storiche, come spesso è riportato nei libri e nei siti web da ricercatori italiani e stranieri.
Di quell'opinione sono stati gli iniziali "esegeti" dell'opera plantardiana ed, in particolare, Frank Marie, René Descadeillas, Didier Audinot, Saul et Glaholm, Jean Michel Thibaux e, non ultimo, Pierre Jarnac che li cita tutti nel suo "Les Archives de Rennes le Chateau" [2].

Simbolo della casa Plantard (from www.priory-of-sion.com)Delle genealogie, però, non si parlava affatto ai primordi della conoscenza al grande pubblico del mistero di Rennes le Chateau, avvenuta nel corso della metà degli anni '50, con la pubblicità che gli aveva dato Noel Corbu col suo famoso testo registrato e diffuso nel suo ristorante [3]. Nessuno, infatti, aveva ancora evidenziato l'importanza che nel mistero avrebbero avuto Dagoberto II e la sua discendenza ed il tesoro ricercato era ricondotto da Corbu ad altre epoche forse per la presenza, in quei luoghi, di quello creduto nascosto dai Visigoti oppure di quello della casa reale francese forse portato ed occultato a Rennes dalla regina Bianca di Castiglia e, quindi, in epoca più tarda così come era stato anche tramandato nella leggenda locale relativa al tesoro formato da monete d'oro, poi, ritrovate dal pastore Ignace Paris (1645) [4].

Non ne fa menzione l'ingegner Cros, primo tra i ricercatori di tesori e non, nelle sue "Recherches" (1928). Non c'è riferimento alcuno al re merovingio nei primi articoli di stampa di Albert Salamon apparsi sul Dépeche du Midi (1956), così come in quelli "Tout savoir" (1958) e di "Noir e Blanc" (1958-1962) nei quali si tratta, per lo più, del tesoro dei Visigoti. Niente neanche nel "Trésor de Rennes le Chateau" di Charroux (1962) né, tantomeno, in "Notice sur Rennes-le-Château et l'abbé Saunière" (1962-1966) o in "Rennes et ses derniers seigneurs" (1964) di René Descadeillas ed, infine, nel "Rapport Cholet" (1967) poiché quasi tutti questi ricercatori propendevano anch'essi per l'ipotesi di un tesoro medievale con connessioni templari.

Ed allora su cosa fondava Pierre Plantard la sua certezza di discendere da nobile schiatta?.

Orbene, nonostante i "dossier" contenessero le tavole genealogiche anche sulla sua famiglia, il primo riferimento diretto ed ufficiale di Pierre di appartenere alla nobiltà francese è avvenuto nel 1979, nel corso dell'intervista da lui concessa agli autori inglesi del fortunato libro "The Holy Grail". In quell'occasione, come ebbero a dichiarare in seguito gli autori stessi, Pierre fece vedere loro dei documenti che avrebbero dimostrato quanto da lui sostenuto al riguardo [5].

Che tutto questo fosse già noto ad una cerchia più ristretta di persone risulta, poi, anche da alcuni articoli già apparsi sotto il titolo "l'Enigme de Dagobert II", dove Michel Vallet - nella recensione a "La Race fabuleuse" - segnala che l'autore del libro era troppo allineato alle pretese di Plantard sul tema della sua discendenza regale [6], mentre la lettera più datata di Pierre, al momento nota, dove appare lo stemma della famiglia dei Saint-Clair d'Epte con il famoso motto "Et in Arcadia ego..." è proprio del 1979 [7].

La differenza nelle due circostanze qui riportate, comunque, sta tutta nell'enfasi posta sulle affermazioni da Plantard: nel primo caso c'è un documentario, con immagini video ed audio, fatto dalla BBC in cui appare con il figlio Thomas a dimostrare la continuazione della sua dinastia; nel secondo, invece, potrebbe trattarsi solo di un'opinione personale del Vallet. Gli stessi autori di "The Holy Grail" avevano fatto degli accertamenti su quanto dichiarato da Pierre ed erano venuti a conoscenza che il titolo nobiliare era stato registrato sui documenti ufficiali solo dopo la seconda guerra mondiale.

L'affaire Pelat

I siti ed i forum su Rennes le Chateau sono oggi molto meno, rispetto al passato, frequentati e però, questo ribasso, questo vistoso calo di attenzione, è rilevabile non solo nei siti italiani ma anche stranieri.
In effetti, questo declinante interesse sull'argomento, questo improvviso "calo di desiderio", sembra un po' essere il risultato di stancanti quanto inutili divagazioni su alcuni punti - di certo non chiari - della vicenda e del conseguente scatenarsi di molte polemiche, in particolare per ciò che riguarda la "falsità" - vera o presunta - delle due pergamene così com'erano apparse nel vecchio libro di Gerard de Sede (L'or de Rennes).

Troppa è stata l'insistenza da parte di alcuni ricercatori italiani e stranieri (Tomatis, Jannaccone, Introvigne, Smith, ecc..) nel tentare la dimostrazione, a tutti i costi, dell'inattendibilità dei contenuti e/o la falsità materiale delle pergamene e, con questo, si è cercato di chiudere, in modo definitivo la vicenda, spengendo su di essa i riflettori, riducendola tutta ad un'abile mistificazione (intoxication dicono i francesi) ordita da Plantard, Cherisey e dai loro sodali epigoni nel Priorato di Sion.
In questa direzione vanno senza dubbio anche i due conclamati ritrovamenti di qualche anno fa: il primo del libro dal quale sarebbe stato copiato il testo utilizzato della prima pergamena, tratto dal Codex Bezae riprodotto nel "Dictionnaire de la Bible" Tome 1: A-B Editor:F. Vigouroux, Paris, 1895"; il secondo, riguardante il testo della seconda pergamena, asseritamente ripreso dal libro di John Wordsworth e Henry Julian White (ed.), Novum Testamentum Latine Secundum Editionem Sancti Hieronymi, Oxford (I ed. 1889, qui nell'edizione 1950).

L'ultimo colpo, poi, è stato inferto dalla pubblicazione del libro "Pierre et Papier", uscito dalla penna dell'ineffabile marchese de Cherisey e dato, postumo, alle stampe dal suo fido discepolo Jean Luc Chaumeil che, con questa sortita, sembra abbia voluto sancire la definitiva "falsità" delle pergamene.
Inoltre bisogna pure considerare il martellante rinvio fatto da molti, a chiaro scopo denigratorio, su vicende - anche giudiziarie - sgradevoli relative alla vita privata di Plantard ultima tra tutte l'affaire Pelat sbandierato ai quattro venti come esempio di ammissione di tutte le falsità che avrebbe compiute.

La lettura diretta dei passi del testo dell'inchiesta redatto dal giudice istruttore che lo riguardano chiarisce invece che non fu Plantard che volle presentarsi di propria spontanea volontà al giudice - come dal alcuni sostenuto - ma che fu convocato dopo l'esposto presentato da un suo "concorrente" (René-Roger Dagobert).
A seguito di una perquisizione fatta presso l'abitazione del figlio Thomas, anche lui sentito dal giudice in qualità di gran Maestro del Priorato, e dopo l'acquisizione di un libretto («un examplaire d'une revue intitulée "Le Cercle"»), Plantard chiarì con molta semplicità, che Patrice Pelat non era mai stato gran Maestro del Priorato di Sion.

In realtà, tutto questo, mi pare sia stato solo un tentativo per "ri-velare" - cioè stendere un nuovo velo - sul mistero di Rennes, infatti sembra quasi sentir dire: se tutto è falso è inutile perderci tempo!.
M.me Marie-France Etchegoin Code Da Vinci L'Enquete Frédéric LenoireL'unica novità - che ha risollevato per un po' l'attenzione sulla vicenda - è dovuta al romanzo di Dan Brown "Il Codice da Vinci" che ha in parte ripreso, ampliandolo, il tema di fondo della vicenda Rennes, ed il successivo scalpore che ha suscitato la recente riduzione nel film omonimo che ha sollevato un'infinità di critiche ed, ovviamente, anche l'antica querelle pro e contro Plantard, il Priorato di Sion, ecc..
Mi riferisco, in particolare a M.me Marie-France Etchegoin reporter al Nouvel Observateur.

L'affascinante signora ha scritto un libro con Frédéric Lenoire con una dura nota nei riguardi di Plantard:

Etchegoin e Lenoire su Plantard

e la stampa lo sarà ancor di più, come ad esempio accadrà in un altro articolo, sempre del Nouvel Observateur (9.6.2010).

Articolo sul Nouvel Observateur

Sulla base di queste giornalate molte persone in Italia ed all'estero hanno concluso che Plantard avesse tutto ritrattato.
Ma il giudice, come abbiamo appena sopra riportato aveva scritto tutt'altra cosa:

Giudice su Plantard

Sulla base delle dichiarazioni di Plantard il giudice concluse ben diversamente da quanto riferito nella stampa. Ed ecco, infatti, il gran finale:

Giudice su Plantard 2

("C'era dunque solo da pensare che la lettera consegnata da M. Dagobert fatta su carta intestata del Priorato relativa al decesso di Patrice Pelat era un falso") e, quindi, se c'era stato un falso quello non era stato di certo commesso da Plantard (Affaire Pelat - Le rapport secret. LE POINT, numéro 1112, 8 janvier 1994, pag. 11).

Ed allora, se il giudice aveva detto che la lettera trasmessa da R. Dagobert era falsa, perché la stampa aveva accusato Plantard di ritrattazione ?. Mystero !.
Non è qui mia intenzione diventare il difensore a spada tratta di M. Plantard, ma della verità sì!.

Passata la buriana, però, che ha visto scendere in campo (CESNUR, CICAP, OPUS DEI) un grande silenzio è di nuovo calato su Rennes.



Note

[1]

Saint Louis d'Antin

La chiesa fu costruita durante gli anni dello sviluppo edilizio del nuovo quartiere CHAUSSéE D'ANTIN (1775) - a nord ovest del Boulevard des Italiens - nei luoghi dove prima sorgevano il villaggio di PORCHERONS, il castello di COQ, le cappelle di St. ANNA e di NOTRE DAME DE LORETTE, il cimitero di St. EUSTACHE.
Al nuovo quartiere, però, mancavano le chiese per cui la popolazione si doveva recare nella lontana parrocchia di St. Eustachio e le funzioni religiose, che un vicario della MADELEINE officiava nella cappella del vecchio castello di Coq (al 7993 di via St. Lazare), non erano affatto sufficienti ad assicurare la vita religiosa dei nuovi abitanti.

Saint Louis d'Antin oggiSin dal 1613, al faubourg St. JACQUES, c'era un convento dei Cappuccini, vecchio edificio che il re aveva intenzione di far allargare per far posto all'ospizio generale di Val de Grace: pochi, infatti, erano i frati rimasti a viverci. Nel settembre del 1779 il re si rivolse ai buoni frati, famosi per la loro esperienza nella predicazione e l'evangelizzazione nei milieu popolari urbani, e domandò loro di trasferirsi nel nuovo quartiere, dove gli avrebbe fatto costruire un nuovo edificio.
Furono, infatti, acquistati i terreni sulle vie di St. Lazare, di Provenza e dell'Arcadia. I lavori, iniziati nel 1780, terminarono molto presto, nel 1782, e vennero affidati ad Alexandre Théodore BRONGNIART che curò le nuove costruzioni religiose: il convento ed una chiesa affacciati tutt'intorno ad un chiostro rettangolare. Il giovane architetto, animato dai principi della cultura pitagorica ed esoterica, costruì il chiostro con l'intenzione di farne una copia esatta del tempio di Segesta e con una perfetta orientazione dell'edificio sull'asse est-ovest. L'allineamento è visibile nel giorno del solstizio di giugno, quando il sole si leva lungo l'asse della via Joubert e tramonta, all'altro lato, sulla via d'Isly.

Saint Louis d'AntinLa chiesa venne edificata nello stile proprio dei Francescani, cioè a navata unica, senza cappelle laterali e priva di abside. Il chiostro terminava su una terrazza che si apriva su un giardino molto grande che finiva oltre la via Havre: i frati vi piantarono dei begli alberi tra i quali le acacie d'Ungheria e le lacche del Giappone. I Cappuccini trasportarono dal vecchio convento al loro nuovo insediamento le cose più importanti: cinque quadri di Claude VIGNON, una biblioteca composta da ben cinquemila libri, tra i quali la prima Bibbia stampata al Louvre, attualmente conservata alla Biblioteca Nazionale Francese.

Il 15 settembre 1783 ci fu la solenne traslazione dei frati dal convento di St. Jacques alla nuova comunità che si chiamò di St. Louis de la Chaussée d'Antin. Attualmente parte del vecchio edificio conventuale, attaccato alla chiesa, è occupato da una delle maggiori scuole di Parigi: il liceo CONDORCET.

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[2] [1] Paul Jarnac, op. cit. pag. 312: "Veuillez donc Cher Monsieur, .., restituire les oeuvres que vous m'attribuez .. a leurs auteurs légalement déclarés". Per comodità di trattazione utilizziamo l'elenco dei dossiers tratto da questo libro per individuarli nell'ordine di tempo del loro deposito alla BNF:

  • LOBINEAU_64 Henri: 1964.01.18 - "Généalogie des rois mérovingiens et origine des diverses familles françaises et étrangères de souche mérovingienne d'après l'abbé Pichon, le docteur Hervé et les parchemins de l'abbé Saunière de Rennes-le-Château Aude".
  • HISLER_65 A.L.: 1965.02.25 - "Rois e gouvernants de la France" 1965.08.26 - Madelaine Blancassal, Henri Lobineau, Walter Celse-Nazaire: "Les descendants mérovingiens ou L'énigme du Razès Wisigoth".
  • L'ERMITE Antoine: 1966.05.13 - "Un trésor mérovingien a Rennes le Chateau". (si vedano anche gli atti Captier allegati alle lettera a Monsieur Fatin del 1966.07.02, pagg. 27/28).
  • STUBLEIN Eugene: 1966.06.20 - "Pierre Graveé du Languedoc".
  • FEUGERE P. SAINT MAXENTE L. DE KOKER G.: 1967.03.17 - "Le serpent rouge".
  • LOBINEAU_67 Henri: 1967.04.27 - "Dossiers secrets".
  • BEUACEAN Nicolas: 1967.10.30 - "Au pays de la reine Blanche".
  • HISLER_69 A.L.: 1969.11.07 "Trésor au pays de la reine Blanche".
  • DE CHERISEY Philippe: 1971.06.28 - "Circuit".
  • DELAUDE Jean: 1977.08.04 - "Le circle d'Ulysse".

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[3] Per il testo della "bande magnétique" di Noël Corbu (1955):

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[4] IL CONFESSIONALE E LA LEGGENDA DI IGNACE PARIS (1893)

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[5] Baigent M., Leigh R., Lincoln H. - The Holy Blood and the Holy Grail, 1982, Jonathan Cape Ltd, traduzione italiana "Il santo Graal", 1982, Arnaldo Mondadori Editore:

(pag. 238) «.. dichiarò che il Priorato di Sion conservava effettivamente il tesoro perduto del Tempio di Gerusalemme. .. Tali oggetti sarebbero stati restituiti ad Israele al momento opportuno. .. Il vero tesoro, sostenne, era spirituale. E lasciò capire che questo tesoro spirituale consisteva, almeno in parte in un segreto. Altre volte .. parlava di sé stesso come di un pretendente merovingio, un re legittimo, e dei membri di Sion come dei suoi alleati o sostenitori .. di un re in incognito che regna ma non governa e che considerava Sion come una specie di consiglio privato.»
Ed ancora in Henry Lincoln - Key to the Sacred Pattern, 1997 (riferimenti tratti dalla versione italiana "Il Codice segreto della Croce", Sperling & Kupfer, 2000:
(pag. 43 - marzo/settembre 1971), «Annoto anche: il retro di quasi tutte le illustrazioni ha un timbro violaceo con la parola PLANTARD. Che cosa (o chi) è Plantard. Passeranno diversi anni prima che trovi una risposta a questa domanda.»
(pag.130 - marzo 1979): «Mentre lavoriamo a L'Ombra dei Templari .. La BBC ha contattato una ricercatrice che vive a Parigi. L'incarico assegnato a Jania Macgillivray consiste nel rintracciare il Priorato di Sion. Ho già rilevato il misterioso riferimento a "Plantard" sul retro delle fotografie speditemi per il primo film. Il Gran Maestro del priorato di Sion è un certo Pierre Plantard de St. Clair

(pag. 134): «Le altre questioni riguardano principalmente il ruolo del Priorato di Sion come sostegno ai discendenti dei re merovingi. Lui (ndr. Plantard), mi dice, è discendente diretto del re merovingio assassinato, Dagoberto II. La Francia, aggiunge, non esisterebbe senza i merovingi. Il Priorato sostiene noi e noi sosteniamo il Priorato. .. M. Plantard sottolinea che la sua famiglia non avanza nessuna rivendicazione .. Il re, dice, non è necessario che regni. Basta semplicemente che sia. Per questo motivo desidera che in qualche modo suo figlio compaia nel film. Quale rappresentante della prossima generazione, della continuità del lignaggio, il figlio è più importante del padre.»
Baigent M. Leight R. Lincoln H. - The Messianic Legacy, 1986, Jonathan Cape Ltd. London (traduzione italiana "L'Eredità messianica", 1996, Marco Tropea Editore):
(pag. 275) «Nel 1979, Plantard, che fino ad allora era noto semplicemente come Pierre Plantard, aveva cominciato ad usare un titolo molto più altisonante ... Per dimostrare di non essersi appropriato di titoli illegittimi o di averli addirittura inventati, ci aveva mostrato il suo passaporto e ci aveva consegnato una fotocopia del suo certificato di nascita. In entrambi i documenti, risultava in effetti Pierre Plantard de Saint-Clair, Comte de Saint-Clair e Comte de Rhedae; dal certificato di nascita risultava tale anche suo padre.»
Corriere della Sera (9 maggio 2005) - Intervista di Polese Ranieri a Richard Leigh:
«Una più recente conferma del fatto si trova in un articolo del: "Noi Plantard lo abbiamo incontrato più volte. Era un uomo molto misterioso, che aveva amicizie importanti. Certo, sinceramente, debbo dire che non abbiamo mai avuto prove fattuali di quello che ci diceva. Come, per esempio, del suo essere nobile: si firmava Pierre Plantard de Saint Clair, e vantava una ascendenza merovingia. Abbiamo visto due certificati anagrafici, uno con il cognome nobiliare, l'altro no. Agli uffici dello stato civile di Parigi ci dissero che durante l'occupazione tedesca molti nobili cambiarono il proprio nome per paura della Gestapo, forse anche Monsieur Plantard aveva fatto così".»

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[6] L'Intermediaire des chercheurs et curiex, tra l'ottobre ed il dicembre 1974 «.. il s'attache à appuyer les prétentions d'un individu du nome de Pierre Plantard (l'Hermetiste des Templiers). Ce personnage se prétend tout simplement le discendand de Sigebert IV, rejeton de Dagobert II dont il a toujours été difficile de prouver l'existence.»

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[7] L'Or de Rennes, mise au point par Pierre Plantard. Bibliotheque Nationale, Depot Legal 02-03-1979 (4° Z Piece 1182)

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