Il rapporto Cholet

La seconda prova indiretta sull'esistenza della frase «PS PRAECUM» viene dalla scoperta fatta nel 1959 dal ricercatore Jacques Cholet che, solo nell'aprile del 1967, ebbe a riportarla in un suo famoso rapporto [40].

Innanzitutto, siamo in presenza di un'altra dalle, rinvenuta in luogo diverso da quella di Cros (Coume-Sourde); la scoperta di Cholet, infatti, è indipendente dalle altre, poiché il professore parigino l'aveva trovata negli scavi fatti a Rennes le Château (non è specificato, con precisione, dove si trovasse la quercia) ma, fatto importante, vi era anche riportato un testo in parte simile a quello di Cros.

Sebbene non sia dato sapere da dove venne tratto il nuovo disegno della dalle - che, riportato nel sito di Octonovo ma non appare in nessun altro sito che si occupi della vicenda, mentre su altro ancora [41] c'è riportata la foto di un documento dattiloscritto anch'esso di provenienza ignota e non chiaramente leggibile - dallo scritto di Cholet emergono chiari due aspetti importanti del nostro problema:

  • la parola «PRAE-CUM» (in forma diversa con il trattino che la divide in due parti) era anche da lui conosciuta, indipendentemente dal fatto della scoperta di Cros e prima che gli appunti dell'ingegnere fossero stati pubblicati nelle versioni oggi note (la figura nel libro di de Sède ed i dattiloscritti in mano a Jarnac e Putnam);
  • per l'autore c'è un rapporto diretto tra la strana parola e la "dalle de Blanchefort" (dalle horizontale de Nègre),

e, tutto ciò, in tempi ovviamente non sospetti perché, durante gli scavi del 1959, Cholet non poteva sapere del falso inventato, forse da Plantard e soci, e riportato in "Pierres gravées de Languedoc", depositato alla BNF solo nel 1967; anzi, alla luce di queste considerazioni, appare assai più probabile che i soliti noti personaggi si siano serviti proprio delle conoscenze di Cholet e di Cros per fare ed avvalorare i loro maneggi letterari. E, forse, l'unico utilizzo positivo degli appunti, senza alterazioni, fu quello di Noel Corbu che dovette venirne a conoscenza durante i primi scavi (1958-1960) fatti a Rennes le Château da Charroux e Cholet.

Si può concludere che, la scritta «PS PRAECUM» in fondo alla lapide orizzontale sulla tomba della de Nègre, non è derivata dell'immaginazione di Cros o di altri successivi ricercatori anche se, per quell'iscrizione, qualcuno ebbe a porre in essere un'abile macchinazione proprio per farla derivare da una figura fatta apparire nel presunto libro dello Stublein e del quale è stata dimostrata la più che probabile inesistenza; infatti l'opuscolo depositato presso la Biblioteca Nazionale Francese non è costituito dall'estrazione di alcune pagine dell'inesistente originale del libro di Stublein, ma è un'abile mistura di false figure con altre vere tratte da un libro di autore diverso, opera confezionata ad arte, da qualcuno dei personaggi orbitanti nella ristretta cerchia delle conoscenze di Pierre Plantard.
Per completezza occorre segnalare che, sempre al riguardo della strana frase, esistono altre notizie, un po' frammentarie e tra loro non sempre concordanti che abbisognano di una più attenta analisi e verifica [42].

E però senza quelle due brevi parole non si arriva a costruire il messaggio nascosto, sotto forma di anagramma, nell'epitaffio della stele della marchesa de Nègre.



Note

[40] Octonovo - LE RAPPORT CHOLET

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[41] RENNES-le-CHATEAU - Le rapport Cholet

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[42] Frank Marie, "Rennes le Château, étude critique", Dammarie-les-Lys, 1978, S.E.L.I.S.
A pag. 30 una notizia preziosa sulla disponibilità delle carte rimanenti di Cros che, quindi, non sono tutte scomparse!: «Ses cartes et ses études sur le Haut-Razès restèrent entre les mains d'Octavie Lassave, sa belle-soeur. Sa gouvernant Emilienne Guende qui, après bien des vicissitudes s'occupa de l'Hostellerie du Monastère de Prouille, possède, elle aussi, des études et documents de M. Cross (sic!) sur Ginolles et autres lieux des environs.»

Mario Arturo Iannaccone, "Rennes les Château una decifrazione, La genesi occulta del mito", Milano, 2004, SUGARCO Edizioni. A pag. 99, figura 19. Se non si tratta di un errore, la notizia che una minuta in copia del lavoro di Cros era già disponibile in "Pierre gravées de Languedoc" darebbe una conferma della disinformazione fatta dai soliti noti personaggi: «La Dalle della Coume Sorde, un altro dei misteriosi documenti al centro di elaborate teorie. Sarebbe stata trovata attorno al 1928 vicino al monte Coume Sorde, presso Rennes les Bains, per poi sparire per sempre. La sua iscrizione alluderebbe al meridiano di Francia e ai Templari (per le croci patenti). Come le pergamene e le altre pietre essa per decenni non fu mai vista dai ricercatori, e la sua esistenza non poté mai essere provata. Compariva in una "minuta" dell'ingegner Cros, disponibile però soltanto in "copia" nell'apocrifo "Pierre gravées de Languedoc". Poi nel 1970 ne fu fatto rinvenire un esemplare (?) nei pressi di Rennes, a Valdieu.».

Jean Luc Noziere - articolo su "Le Cahiers de Rennes le Chateau", Archives Documents Etudes, Cazilhac, 1997, Belisane, vol. II. A pag. 74 l'articolo riporta la comunicazione dell'autore del 4 agosto 1984 che afferma l'esistenza dei documenti di Cros sulla dalle di Coume-Sourde: «... Nous possedons en effet, au cercle St Dagobert II des notes venant d'archives privées, extraites d'un manoscrit intitulé: "Recherches de Monsieur l'ingénieur en chef Ernest Cros, entreprises dans la haute vallée de l'Aude, sourtout durant les années 1920-1923" relatant notemment la découverte de la dalle de la Coume-Sourde. L'interprétation qu'en donne l'ingénieur (voir ci-dessous), come celle des dalles "Marie.." et "Reddis" est tellement irréaliste ... qu'elle nous apparait comme un présomption d'authenticité pour l'ensemble des notes. ... Toutefois cette pierre gravée d'en seul coté "assez mal taillée laissant deviner la précipitation" possède un graphisme différent da celle publiée par G. de Sède dans "L'Or de Rennes" et largement diffuse par la suite. ... Actuellement, je ne puis vous communiquer copie des reléves d'E. Cros, car il font l'objet d'une étude au sein du cercle, par un groupe de chercheurs qui envisagent un sejour d'étude sur place très prochenement. Quoiqu'il en soit, on peut conclure en pensant que les notes de l'ingénieur existent réellement et qu'elles ne sont pas perdues pour tout le monde. Et cela pose le problème plus général de l'occultation des documents relatifs à cette affaire. Etes-vous certain qu'il faille tout dévoiler? Nous ne le croyon pas!.».

Patrick Mensior, "L'extraordinarie secret des pretes de Rennes les Château", CORPS, 2001, Plein Soleil, Editions Les 3 Spirales. A pag. 145: «Dans le relevé d'Ernest Cros, son verso est vierge de tout signe. Pour certains, l'exacte texte gravé, ancore visible ver 1960, serait une des clés du mystère. Hélas, la gravure fut effacé et la pierre descellée. Selon un témoignage sérieux, un chercheur des premières heures l'aurait photographiée avant sa disparition.».

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