La dalle de Coume-Sourde

Dalle de Coume-SourdeQualche anno dopo, la notizia di un'altra scoperta andava ad intrecciarsi con questa già intricata questione. Nel 1928, nel corso delle sue peregrinazioni alla ricerca di antiche iscrizioni nei luoghi più disparati ed impervi nei dintorni di Rennes le Château, Cros aveva scoperto un'altra lapide - detta, dal luogo di provenienza, della Coume Sourde - che, tra l'altro, portava incisa nel testo proprio l'enigmatica frase «PS PRAECUM». Il manufatto, forse di origine templare, andava a fornire una nuova, vera prova archeologica dell'utizzo, nel passato, di quelle due strane parole, quelle stesse che, poi, avevano fatto bella mostra di sé sulla lapide della tomba della de Nègre.
Senonché l'ingegnere non rese mai di pubblico dominio il frutto delle sue ricerche né, peraltro, è dato ancor oggi sapere quale sia stata la fine che abbia fatto.

Le memorie dattiloscritte sul rinvenimento e sul contenuto del relativo testo apparvero, invece, postume, quando degli sconosciuti dopo il 1960 penetrarono nello chalet di campagna di proprietà di Cros, posto di fronte all'antica cappella dello stabilimento termale di Ginoles e sottrassero la maggior parte dei documenti che vi erano custoditi. Se, pertanto, è vero che non esiste nessun materiale coevo alla scoperta fatta da CROS (dalle e manoscritti) è altrettanto sicuro però, che l'ingegnere fece un disegno della dalle di Coume-Sourde poi, scomparsa, poiché non è sicuro che quella esposta al museo di Rennes le Château sia proprio quella originale [35].

Dalle de Coume-SourdeSull'esistenza delle scoperte e gli appunti dell'ingegnere c'è la testimonianza di alcune persone che avevano avuto modo di vedere la dalle e per le notizie contenute in un breve opuscolo, formato utilizzando appunti manoscritti di Cros, che la cognata Octavie Lassave, fece pubblicare, dopo la morte dell'ingegnere, ma prima della pubblicazione del libro di de Sède (1967) e di un dattiloscritto anonimo che, quasi sicuramente, è una manipolazione fatta dai soli noti con il materiale trafugato nello chalet di Cros a Ginoles.
Anche se Jarnac non ebbe mai a vedere la dalle o la copia originale dell'opuscolo di Octavie Lassave c'era da immaginarsi che, una qualche copia, poteva essere sopravvissuta nelle mani di privati. Qualche anno dopo l'edizione dell'Histoire, infatti, Jarnac venne a sapere dell'esistenza di un secondo dattiloscritto, più breve del primo, che poteva dipendere più fedelmente dagli appunti di Cros. Il raffronto dei due testi è stato fatto, sempre da Jarnac, che conclude per una maggiore validità del secondo in quanto non riporta, sul retro della dalle, le enigmatiche parole «CEIL, BEIL, MCCXCII» [36].

Questo fatto costituisce, quindi, la prova indiretta, anche se forse decisiva, dell'originalità del secondo testo; infatti, l'inesistenza delle tre ultime e strane parole sulla dalle di Coume-Sourde era già stata data da testimoni oculari che avevano confermato la notizia a Pierre Jarnac e che aveva riportato fedelmente la loro testimonianza nel primo libro sulla storia del tesoro di Rennes [37].

A prima vista, così com'era data la notizia, il documento sembrava anonimo ma Sassez ha ipotizzato che questo secondo testo debba essere un breve scritto da attribuire a Noel Corbu che lo compose, intorno al 1965, poco prima dell'abbandono, in via definitiva, del mistero e del paese di Rennes le Château [38]. La paternità del testo sarebbe "certificata" dalla presenza di un'anomalia grafica nel dattiloscritto, relativa al cognome del curato che, Corbu, ha sempre scritto con la "s" finale (Saunières).

Fin qui nulla di strano; senonché, cacciato dalla porta il dubbio sull'autore del testo, ecco che subito rientrava dalla finestra. La notizia sull'attribuzione del dattiloscritto a Corbu era stata confermata anche da Putnam [39]; nel suo libro infatti riportava l'indicazione precisa del luogo dov'era stata rinvenuta la dalle («.. Era nascosta nella frattura di una roccia. Il posto in cui giaceva era indicato in modo sottile e discreto da una freccia ed una croce di Malta incise nella nicchia della roccia.»); questa frase, però, non appariva affatto nel secondo opuscolo ricevuto da Jarnac dove, invece, si chiudeva l'argomento con ben altra, e più generica, segnalazione («.. vers le sommet de la cote 532, consulter la carte de l'Etat-Major.») e, quindi, il dattiloscritto nelle mani di Putnam potrebbe provenire da un'altra fonte diversa dalle prime due.
La questione, pertanto, abbisogna di un esame più approfondito e deve essere fatta con la comparazione di tutti i testi che citano il dattiloscritto: di sicuro i due di Jarnac e quello di Putnam.





Note

[35] L'Histoire - 1ère partie, Marie d'Hautpoul et l'abbé Bigou

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[36] Pierre Jarnac, "Les archives de Rennes le Château", 1987, pagg. 369-378: Recherches de Monsieur l'ingenieur en chef Cros entreprises dans la Haute Vallée dell'Aude, surtout durant les années 1922 à 1943. Essai de reconstitution de l'inscription de la dalle tombale de la Dame de Blanchefort.

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[37] Pierre Jarnac, "Histoire du Tresor de Rennes le Château", 1984, Association pour le développement de la lecture, pagg. 261.

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[38] Comunicazione di Paul Sassez a Mariano Tomatis:Je pense pour ma part que les 3 pages en question proviennent de la machine à écrire de Noël CORBU. Il aurait ainsi reproduit et commenté les pages ronéotypées distribuées par la belle-soeur de CROS. On y discerne le même défaut de frappe du "A" majuscule que dans la retranscription de son enregistrement sonore "Histoire de RLC" déposé aux ADA, et dont Jarnac donne d'ailleurs une reproduction partielle à la page 485 des Archives...

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[39] Bill Putnam, John Edwin Wood, "Il tesoro scomparso di Rennes le Château. Un mistero risolto, dal Tempio di Gerusalemme ai Cavalieri Templari", Roma, 2004, Newton & Compton editori srl, pag. 93 e seguenti:

Nel 1977 il Museo di Rennes le Château esponeva in bella mostra un opuscolo intitolato "Ricerca del signor ingegnere capo Cros". Il lavoro veniva attribuito a Noel Corbu, cosa del tutto probabile, constatata la grafia usata lungo il testo per riportare il nome di Béranger Saunières, tipica proprio dell'idiosincrasia che Corbu aveva sempre avuto nei confronti dell'esatto nome del curato. Saul e Glaholm includono questo libricino nella loro biografia su Rennes le Château (in nota 16: J.M. Saul - A.J. Glaholm, Rennes le Chateau, A Bibliography, London, Mercurius Press, 1985) datandolo al 1964. Riferimento plausibile perché sarebbe stato scritto da Corbu dopo la sua Histoire de Rennes le Chateau del 1962 e prima della sua partenza dal villaggio, avvenuta nel 1965. Corbu si guarda bene dal dichiarare dove ha attinto le informazioni che compaiono nel testo. Difficile le abbia ricevute da Cros, morto a Parigi ad 84 anni nel 1946, lo stesso anno in cui Corbu andava a vivere a villa Bethania e parecchi anni prima che incominciasse a divulgare la vicenda Saunière e del tesoro per pubblicizzare il suo Hotel della Torre. In compenso, Corbu afferma che "quando verso la fine della sua vita, Cros si era stabilito definitivamente a Parigi, aveva consegnato gli oggetti raccolti durante le sue indagini e i suoi appunti scritti alla famiglia o forse - cosa da non escludere - li aveva depositati presso gli uffici di una società. ..". Al contrario, il libricino di Corbu in cui si parla dell'attività di ricerca di Cros, alla Dalle de Coume Sourde viene data parecchia importanza. Scrive Corbu, riportando la convinzione di Cros "Per poter trovare un senso al messaggio della pietra tombale di Blanchefort e per comprendere la solerzia con cui Saunière ne aveva cancellato l'iscrizione, non si può fare a meno di considerare la Dalle della Coume Sourde, scoperta proprio da Cros nel 1928... Era nascosta nella frattura di una roccia. Il posto in cui giaceva era indicato in modo sottile e discreto da una freccia ed una croce di Malta incise nella nicchia della roccia.".

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