L'analisi letteraria del testo dell'epitaffio

Prima di addentrarci nell'esame della procedura utilizzata per la costruzione del complesso sistema crittografico necessario a nascondere il messaggio segreto che, comunque, è un laborioso anagramma del testo sopracitato, è necessario fare alcune precisazioni sulle due lapidi, e sul relativo contenuto dei testi, poste sulla tomba della marchesa de Nègre nel cimitero attiguo alla chiesa di Santa Maria Maddena.
La lapide riprodotta nel disegno di Tisseyre, infatti, non è mai stata materialmente trovata e, quindi, non è facile poter verificare se, quella da lui vista nel cimitero, fosse stata l'originale od una copia. A parte tale mancanza, a favore dell'ipotesi dell'antichità del manufatto sembra militare solo il testo dell'epitaffio che contiene espressioni tipiche - come l'iniziale «ci git» - della lingua francese antica, rispetto a quella più moderna «ici repose» che troviamo, invece, sulla tomba dell'abate Jean Viè (1872), di Boudet (1915) e di suo fratello (1907) ed anche di Saunière (1917).

Le due brevi parole all'inizio della frase traducono la formula latina «hic jacet» - qui giace - ed erano specificamente utilizzate per principiare gli epitaffi sulla maggior parte delle tombe; «cy» traduce l'avverbio di luogo latino «hic»; «git» proviene dal verbo «gésir» [8].

Un bell'esempio dell'epitaffio, diremmo standard, era già stato pubblicato dal Fédié nel suo famoso libro sulla Contea del Razès e riguardava la tomba di un personaggio dell'epoca, il marchese de Rébé marito di Jeanne d'Albret, che aveva abitato il castello di Cuisan dopo che la signoria era stata tolta al potente duca di Guisa, personaggio inviso a Richelieu per aver fatto parte della Fronda, partito avverso al re Luigi XIV, che l'aveva esiliato con tutta la sua famiglia in Italia [9]:

CI GIT
(DA)ME.IANE
(D')ALBRET.FEME
(DE) MESSIRE.CL.
(AU) DE.DE.RE
(BE). VERGES
( ) ELLE
(DECE)DA.LE
(OC)TOBRE
(A)NNEE
1656

La formula iniziale nell'epitaffio è, comunque, attestata in tutti i cimiteri francesi, anche se con grafie diverse: da quelle più antiche «cy gis», «cy gist» come, ad esempio, in questa:

CY GIS IOVANNES
DE SVIGARAICHIPI
DIT CROISIC CAPIT
AINE DE FREGATE
DU ROY
I 6 9 4

LENVIEUX POUR
L'HONNEUR DE MON
PRINCE IALLOIS NE
SVIVANT SA CARRIERE
ATTAQVER LES ENNE
MIS EN LEVR MESME
... DM

alle forme «cy git», «cy gyt», «cy gît» sino a quella più corretta e letteraria «ci-gît» ed alle più attuali «ci git», «ici git» [10].

L'uso più noto del «ci git» lo troviamo nelle antiche leggende cd. della Vergogna:

Cy-gist la fille, cy-gist le père,
Cy-gist la soeur, cy-gist le frère,
Cy-gist la femme et le mary,
Et si n' y a que deus corps icy.

o di quella cd. di Giuda:

Ci git l'enfant, ci git le père,
Ci git la soeur, ci git le frère,
Ci git la femme et le mari,
Il ne sont que deux corps ici.

Ci git le fils, ci git la mère,
Ci git la fille avec le père,
Ci git la soeur, ci git le frère,
Ci git la femme et le mari,
Il ne sont que trois corps ici. [11]

Ecco, inoltre, due begli esempi di lapidi che assomigliano, nel testo, a quella dell'abate Jean Viè e del marchese de Fleury in particolare per l'abbreviazione del mese di settembre nella forma «7bre»:

Cy git le corps de maitre Pierre Péan,
prêtre vivant curé de cette paroisse,
décédé le 7 7bre 1762, âgé de 50 ans.
Priés Dieu pour le repos de son âme.

In quasi tutte le tombe si ritrova lo schema classico «ci git/agèe/decedèe/requiescat in pace» come nell'epitaffio della marchesa de Nègre e, talvolta, si ritrovano anche le inesattezze già incontrate nella lapide della nostra storia, come il troncamento «catin» o la N rovesciata, nella tomba di Saunière, ed altre ancora [12]:

Cy-Git
Messire Francois-Marie-Omer
Patras de Campaigno Chevalier de St-Louis,
ex-capitaine Au régiment du Roy,
dernier Sénéchal du Boulonnais et 7ème du nom,
Veuf de noble dame de Lannoy,
Décédé à Hesdin-l'Abbé le 17 7re 1828
à l'àge de 78.
Requiescat in pace.

Altre, invece, recano la formula finale del «riposo» o della «richiesta di preghiere» diversa dal solito «requiescat in pace»:

Cy gît Jean Monrose CHARRIEZ, âgé de 16 mois,
décédé le 14 Mai 1831
Ange de Dieu, priez pour lui.

Ci gît le corps de François JAILLE,
né à Terrasson en Périgord,
Diocèse de Sarlat, le 4 Octobre 1754,
Notaire public en cette colonie,
décédé le 17 Avril 1813,
âgé de 58 ans 6 mois 13 jours. De profundis.

Ci-gît Mie-Jne PARAGOT, épouse de Mr Ste Me CHARRIEZ,
âgée de 22 ans, décédée le 28 Juin 1830.
Priez pour elle.

In queste placche funerarie, poste in fronte alla chiesa di Fischbach, si può notare, invece, anche la "N renversée".

Dalle con N renversé (1) Dalle con N renversé (2) Dalle con N renversé (3)

Lapide "Corps"La forma «cy» è presente anche in un anonimo ma famoso disegno del 1793 dove troviamo la sbeffeggiante scritta «CY GYT TOUTE LA FRANCE» rivolta a Robespierre che taglia la testa anche al boia con la ghigliottina [14].

Un'altra ancora su di una pietra tombale "révolutionnaire", nel cimitero della chiesa nell'isola di Bréhat (Côtes-d'Armor). Senza essere eccezionale, questo tipo di lapide non è molto frequente e, meno ancora, all'interno di una chiesa:

cY GIT le COrps de la C.t.enne Catherine LeBreze ep.ze du C.T. F.cois Lebellec Morte le 11 floréal a. III de la Rep. [...] [15]

Significativo, per un'ulteriore conferma dell'utilizzo del "ci-gît", è l'epitaffio satirico anonimo composto verso la metà del '700 per madame de Pompadour, l'amante di Luigi XV, dal quale si rileva, in assoluta evidenza, quanto il termine «CATIN» volesse davvero suonare offensivo anche nel momento estremo della vita:

Ci-gît qui fut vingt ans pucelle,
Quinze ans catin
et sept maquerelle.

A ben vedere, la presunta lettera T della parola «CT» potrebbe non essere un errore, in quanto la si è pensata sempre scambiata alla lettera I mentre, in realtà era la Y più frequentemente usata nella parola «CY» nel francese dell'epoca. Comunque, che si sia trattato di un troncamento non intenzionale della frase «requiescat in pace» - e, quindi, operazione fatta non per offendere la defunta, ma come usuale prassi di divisione per motivi di spazio - o di una T al posto della Y, nulla cambia ai nostri fini perché sono sempre alterazioni che sono state volutamente riprodotte nella lapide al fine di poter comporre un testo particolare e, cioè, un perfetto anagramma dell'epitaffio.



Note

[8] Dictionnaire de l'Académie Française, 4ème edition,1762, pag. 820.
Dictionnaire de l'Académie Française, 1st edition,1694, pag. 300: «CY. adv. de lieu qui marque l'endroit, où est celuy qui parle, ou du moins un lieu qui est proche de luy. Il ne se met jamais au commencement d'un discours que dans les Epitaphes, où l'on met ordinairement Cy gist &c».

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[9] Louis Fédié, "Le Comté de Razès et le Diocèse d'Alet. Notices Historiques", 1880, Carcassonne, Lajoux Freres, Libraires-Editeurs, pag. 120.

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[10] Inventaire général du patrimoine culturel: Tombe di Jean IV de Chalon Arlay principe d'Orange, Jeanne de Bourbon, principessa di Bourbon, Claude de Chalon, signore d'Arguel, Philiberte de Luxambourg, principessa d'Orange, contessa de Charny (1531).
Le dictionnaire des citations: Epitaffi sulle tombe di persone famose o meno, di varie epoche, con il «ci git».

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[11] Alessandro D'Ancona - La leggenda di Vergogna e la Leggenda di Giuda

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[12] G.H.C. Bulletin 88 : Décembre 1996 Page 1823

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[14] Tribunal Révolutionnaire de Paris créé le 17 août 1792

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[15] Centre d'histoire du droit de l'université de Rennes 1

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